Come diventare un giornalista sportivo

Per diventare giornalista sportivo serve passione e amore per lo sport, una conoscenza delle discipline sportive, una innata curiosità e un po’ di voglia della ribalta. L’immagine del cronista sportivo è quella patinata della TV, delle telecronache o dei salotti televisivi. C’è anche una gavetta fatta di sudore e di sacrifici abbinata a una cultura trasversale. A queste competenze, bisogna abbinare una certa dose di pazienza, perseveranza e resilienza. Il giornalista sportivo, agli inizi, dev’essere motivato e pronto a ogni evenienza: stare all’aperto per seguire eventi, per scomode radiocronache o telecronache.
Come diventare un giornalista sportivo
Un giornalista sportivo deve avere competenze diffuse, un curriculum adeguato e una formazione ampia.
Il giornalista ha due tipi d’inquadramento, quello da pubblicista e il professionista.
Le regole del pubblicista possono variare da ogni regione a seconda di quanto ha previsto il responsabile ordine.
Quelle per divenire giornalisti professionisti e per essere iscritti all’albo, sono le stesse in tutta Italia.
Differenze tra professionista e pubblicista
La legge numero 69 del 3 febbraio 1963, impone l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti per poter esercitare liberamente l’attività. Il professionista esercita la professione in maniera esclusiva.
Il pubblicista, è retribuito, ma lavora in maniera non continuativa, l’attività è secondaria.
Le regole per inquadrare un pubblicista, cambiano, in ogni regione. Esistono delle regole comuni:
- scrivere per 2 anni, senza soluzione di sorta per una testata e ricevere regolare compenso;
- iscrizione all’ordine su richiesta di un direttore responsabile, con l’elenco di 60/70 articoli negli ultimi 2 anni;
- ricevute probanti dei compensi;
- non avere carichi pendenti.
Un giornalista sportivo professionista deve superare l’esame, dopo un praticantato all’interno di una redazione con 3 giornalisti professionisti e per almeno 18 mesi.
Formazione necessaria ed esame
Per esercitare la professione non bisogna essere laureati, ma la cultura è un elemento qualitativo dal punto di vista professionale. Non esistono percorsi orientati per il giornalismo, gli studi più coerenti sono quelli umanistici, giurisprudenziali o in scienze della comunicazione.
Esistono indirizzi magistrali di tipo sportivo che sono utili al percorso dal punto di vista formativo come le lauree in: Management Sportivo, Psicologia dello Sport o scienze motorie.
Il giornalista deve scrivere bene e avere una buona dialettica.
Esistono numerosi corsi indirizzati alla formazione dei futuri giornalisti sportivi che potrebbero essere utili per migliorare le capacità di scrittura e la dialettica.
L’esame prevede una parte scritta e una orale, superato si è idonei all’esercizio della professione.
Chi volesse informazioni sull’ordine e sugli esami consultate il link:https://www.odg.it/esame-idoneita-professionale.
Come iniziare e farsi notare
Gli inizi sono quelli più duri, è fondamentale uscire dall’ombra e farsi notare per le proprie capacità. Il giornalista è sempre aggiornato ed è sul “pezzo” e sugli avvenimenti. I primi anni sarebbe il caso di specializzarsi su poche discipline per avere una maggiore visibilità e possibilità di concentrarsi sugli eventi connessi.
Oggi è possibile lavorare con testate online e una miriade di piccole redazioni digitali che cercano collaboratori.
Spesso si pensa che il pubblicista sia associato al giornalista agli inizi e quello più strutturato sia sempre un professionista.
È corretto, ma esistano anche esempi in cui ci sono pubblicisti pagati benissimo che nella vita fanno altre professioni. Nella normalità, conseguire il patentino da giornalista professionista può essere il viatico per una professione più stabile dal punto di vista economico.